Ambulanze, tempi di attesa azzerati. Nel Lazio resta il nodo liste d’attesa
Azzerali i tempi di attesa delle ambulanze nel Lazio,come riporta Emiliano Pretto su Leggo. Ora si lavora al problema delle liste di attesa e alla situazione all’interno dei Pronto soccorso. Mentre è allarme operazioni all’Umberto I e al San Camillo.
Si può descrivere così la “fotografia” scattata ieri dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, alia sanità del Lazio, intervenuto all’inaugurazione di “Welfaire, la fiera del fare sanità”. Quello dei tempi di risposta delle ambulanze era uno dei temi più urgenti da risolvere, perché l’attesa di un mezzo di soccorso, in caso di emergenza, spesso rischia di fare la differenza tra la vita e la mone. Sul tema Rocca si è limitato a dire di “aver azzerato i tempi di attesa delle ambulanze, che peraltro comportavano ulteriori costi“, annunciando i dati certi “alla prossima settimana”.
Altrettanto importante sarà risolvere la questione delle liste di attesa, vero tallone di Achille, da anni, della sanità regionale, sia che si parli di specialistica ambulatoriale che delle liste per interventi operatori. “Stiamo puntando molto sulle nuove tecnologie e sulla digitalizzazione – ha spiegato Rocca – Sulla specialistica ambulatoriale abbiamo una deadline al 31 dicembre e oltre 4 milioni di prestazioni che non sono all’interno del Recup. II nostro obiettivo è portarle entro il 31 dicembre dentro un unico punto d’accesso. Allora saremo in grado di dire dove sono le criticità e dove investire risorse strumentali e umane“.
Un ultimo tema affrontato dal presidente della Regione è stato quello dei posti di lungo degenza per gli anziani. A Roma ce ne sono pochi, “ma su questo stiamo investendo molto e a questo fine abbiamo pensato al recupero del San Giacomo. Che potrà essere una risposta con circa 180 nuovi posti letti. Ma non sarà la soia risposta”.
L’inaugurazione di “Welfaire” è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione sull’Umberto I e sul San Camillo. “Questi due ospedali – ha riferito Rocca – producono perdite per 300 milioni euro all’anno. Su queste 2 strutture abbiamo i piani per portarli in pareggio, che non vuoi dire tagli di personale o strutture ma significa, ad esempio, che l’Umberto diviso su 56 edifici non è in linea con la medicina moderna“.
All’orizzonte si profila un grande piano di ristrutturazione infrastrutturale dei due grandi ospedali romani.
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